Ciò in cui crediamo

Il manifesto di Popoli ε Polis

Popoli ε Polis è un progetto politico-culturale innovatore e aperto al contributo di tutti coloro che condividono i suoi obiettivi, credono nei suoi valori e s’impegnano ad arricchire il suo percorso d’idee e di esperienze.


La nostra convinzione profonda è che si possa costruire un futuro migliore solo attraverso:

  • la prossimità e il dialogo con i Popoli e il soddisfacimento dei loro bisogni e delle loro aspirazioni
  • la centralità delle città o Polis, che dei Popoli sono il primo riferimento politico e istituzionale,
  • l’edificazione di una nuova Europa, che, partendo dal disegno originario dei suoi padri fondatori, sia unione politica, dotata degli strumenti che le consentano il governo del continente con un progressivo superamento degli stati-nazione.

Il tempo di cambiare

Ci sono fasi della storia che impongono il coraggio di cambiare. La nostra è una di queste.

  • Il distacco tra i cittadini e le istituzioni che li rappresentano è sempre più forte.
  • I partiti tradizionali, ovunque in Europa, hanno perso il contatto con i loro elettori: chiusi in vecchi schemi di pensiero e concentrati sulle loro diatribe interne, non propongono più né visione né programmi né empatia né speranza.
  • I nuovi movimenti politici di più recente formazione, spesso di stampo populista, si caratterizzano per pensiero breve, demagogia e posizioni antistoriche, che non sanno né confrontarsi con la realtà presente né costruire prospettive future.
  • Infine e soprattutto, il palcoscenico sul quale tutti questi attori si muovono – cioè i vecchi stati-nazione di matrice ottocentesca – dimostrano ogni giorno di aver esaurito la propria spinta propulsiva e di non essere più interpreti efficaci e credibili delle dinamiche sociali e della loro evoluzione.

Di fronte alle emergenze universali con cui ci confrontiamo (tensioni internazionali, terrorismi di varia matrice, cambiamenti climatici e rischi ambientali, crescenti diseguaglianze sociali, spostamento progressivo del potere economico verso i paesi emergenti, crisi del lavoro e dei suoi modelli…), nessuna nazione presa singolarmente ha le capacità, le dimensioni e le risorse adeguate a rispondervi.

Di conseguenza, come sempre succede nelle fasi di decadenza di un sistema di potere, gli stati sono in posizione difensiva. Sempre meno ispirati nel loro agire dal bene di tutti, si concentrano sulla salvaguardia dei privilegi di pochi: gli individui e i partiti che li governano così come i gruppi d’influenza, palesi o occulti, che li dirigono dietro le quinte.

La nostra visione

Davanti a questa situazione di fragilità politica e sofferenza sociale, non è più tempo di piccole tattiche ma d’innovazioni profonde e lungimiranti, capaci di ridisegnare il futuro.

Popoli ε Polis ritiene sia il momento di ripensare le strutture istituzionali che ci guidano e le loro rispettive responsabilità per introdurre una più grande autonomia delle Polis, un rafforzamento politico dell’Unione Europea e una revisione del ruolo dei suoi stati, che dovranno cedere progressivamente i loro attuali poteri alle città da un lato e all’Europa dall’altro.

Perché?

  • In Europa il legame tra essere umano e città è antico e inscindibile. Il nostro continente è la terra che si è distinta nel mondo per aver inventato le cosiddette «città-misura»: luoghi costruiti in origine a misura d’uomo, a misura di clima, a misura di armonia tra architettura e ambiente, a misura della propria vocazione commerciale, artigianale, produttiva.
  • Centro della vita politica e delle relazioni sociali nel passato – dalle città-stato greche alle signorie rinascimentali – le città restano tuttora il primo riferimento di ogni individuo, non a caso definito nel suo ruolo politico e civile come «cittadino». E tuttora rappresentano l’istituzione più dinamica, più veloce, più concreta e meglio capace di affrontare le sfide della nostra epoca.
  • Le grandi città europee (e non solo) già rivendicano un grado di autonomia più elevato rispetto agli stati di cui sono parte. Da Barcellona, storicamente autonoma, a Bratislava, Budapest, Praga e Varsavia, alleate tra loro nel «Patto delle libere città»; da Londra e Edimburgo, che hanno votato contro Brexit, a Milano, Napoli e Roma, che chiedono un aumento delle loro prerogative.
  • Ogni città è fulcro e portavoce di un territorio omogeneo per natura, cultura e vocazione politica, sociale ed economica.
    Basti pensare all’area campana intorno a Napoli, dove non c’è discontinuità naturale, urbanistica o produttiva tra il capoluogo e Caserta a nord o Salerno a sud. Oppure all’omogeneità della regione tedesca dell’antica Lega Anseatica, intorno ad Amburgo. O ancora al sud della Francia, a vocazione commerciale nella parte est, intorno a Marsiglia, e tecnologico-industriale nella parte ovest, intorno a Tolosa.
    Ognuno di questi territori, se più autonomo nel suo agire, potrebbe stabilire proficui scambi con altre aree consimili in Europa e nel mondo e permettere alla sua vocazione di esprimersi pienamente.
  • L’Europa di oggi è anch’essa a un bivio. O si esaurisce, soffocata dalle agende divergenti dei suoi stati e dalla prevalenza della dimensione burocratico-finanziaria nel suo agire, tradendo così l’ideale di pace e progresso che aveva condotto alla sua nascita. Oppure prende il volo e realizza il disegno dei suoi padri fondatori. Diventa cioè un’unione politica, in grado di parlare nel mondo con una voce comune, autorevole e commisurata a quella delle altre potenze del pianeta.

In sintesi, Popoli ε Polis è convinta che solo delle «città-misura» più autonome in un’Europa più forte possano consentire di riannodare il legame vitale tra politica e persone, offrire risposte adeguate alle sfide del presente e disporre delle risorse indispensabili per costruire il futuro.

Come?

Questa visione di lungo termine è il nostro orizzonte strategico, da cui devono discendere le varie tappe concrete che permettano di raggiungerlo. In un mondo dove ormai la politica è dominata dai tatticismi, crediamo infatti che il rinnovamento parta dal metodo: prima una visione strategica, poi la concretezza operativa che ne è conseguenza.

Le tre azioni indispensabili nel breve-medio termine sono:

  • La sensibilizzazione e il coinvolgimento dell’opinione pubblica, attraverso la creazione di gruppi di dialogo e di lavoro locali, che possano declinare la strategia generale calibrandola sulle caratteristiche specifiche delle loro Polis e diventare interlocutori credibili e forti delle istituzioni che le guidano.
  • L’impulso alla concessione di una maggiore autonomia alle Polis nei settori che toccano più da vicino la vita dei cittadini: educazione, sanità, trasporti, ambiente e igiene ambientale, sicurezza territoriale;
  • La promozione di un cantiere giuridico internazionale per preparare e proporre la bozza di una Costituzione europea che, superando i trattati attuali, diventi la colonna vertebrale di un’Unione più forte nei tre ambiti che un tempo si definivano Moneta, Spada e Feluca: politica economica in senso lato, difesa e sicurezza, politica estera.

Queste tre azioni condotte in parallelo, ciascuna con i suoi tempi e i suoi interlocutori, potranno tracciare il cammino verso un rinnovamento reale, una politica più giusta e una società migliore.

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